Altro che fumetti del New York Times: il nostro olio extravergine d’oliva rappresenta quanto di meglio si possa trovare sul mercato senza temere confronti, tantomeno analisi merceologiche od organolettiche. Viene rigorosamente prodotto in Italia con olive coltivate nelle campagne intorno al borgo di Stroncone, antico centro medievale a un tiro di schioppo dalla città di Terni, eretto intorno al x secolo su uno sperone roccioso al confine fra Ducato longobardo di Spoleto e territori Bizantini.
Non che l’autorevole quotidiano americano avesse tutti i torti quando l’altra settimana ha pubblicato alcune vignette che sbeffeggiavano gli inganni del falso Made in Italy, problema molto sentito negli Stati Uniti, in grado di danneggiare seriamente l’economia agroalimentare italiana, soprattutto l’olio extravergine d’oliva visto come simbolo della dieta mediterranea. Ma niente paura; il nostro olio è prodotto da aziende a conduzione familiare attive nel cuore più verde d’Italia, patria di san Francesco e san Benedetto: l’Umbria. La stessa Umbria che può contare su oltre 27 mila ettari di terreno coperto da quasi sette milioni e mezzo di piante d’ulivo, per una produzione media di circa 90 mila quintali di olio extravergine all’anno.
E a proposito di conduzione familiare, quale migliore occasione per ricordare come l’ONU abbia proclamato il 2014 “Anno internazionale dell’azienda agricola familiare”? Forse pochi lo sanno, ma l’anno in corso è dedicato dalle Nazioni Unite alla valorizzazione dell’impresa agricola familiare in ogni parte del mondo. A tal riguardo sono previste iniziative a vari livelli – locale, nazionale, internazionale -, tanto che la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) ha già programmato convegni e manifestazioni in molti Paesi.
E come sottolineano dal dipartimento di Scienze agrarie dell’università di Perugia “grazie al censimento Istat e agli studi dell’Istituto nazionale di economia agraria, sappiamo che la quasi totalità delle imprese agricole umbre sono a gestione familiare”. Un dato per molto tempo ritenuto negativo, poiché comprometteva l’industrializzazione del comparto alimentare, salvo ricredersi fermamente oggi, una volta saggiate le capacità dei piccoli imprenditori orientati al raggiungimento di una qualità eccelsa e perfino tesi alla salvaguardia della biodiversità, “continuando a coltivare varietà vegetali che le grandi aziende trovano poco produttive”.
Un buon viatico per avvicinarsi al 2015, anno dell’Expo internazionale di Milano in programma dal primo maggio al 31 ottobre. Come noto l’Esposizione universale proporrà lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, essendo dedicata al tema dell’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile per tutti. Dunque guarderà al futuro delle produzioni agroalimentari e si farà in Italia, famosa nel mondo anche per questo motivo. Per le aziende umbre un’occasione da non perdere.